Siem Reap - Bangkok
Per 11 dollari compriamo il biglietto dell'autobus per Bangkok; la gentile signora dell'agenzia, assicura che il minibus e' dotato di ogni comfort: sarebbe da trenta posti, ma loro lo caricano solo con 20 persone per consentire piu' comodita'.
Al mattino successivo, ci ritroviamo stipati in una specie di Ape Car cassonato con l'aria condizionata a singhiozzo.
Io sono costretto ad annusarmi le ginocchia per 5 ore, fino alla frontiera con la Thailandia.
I bagagli sono ammassati sopra il furgone e legati come capita.
Non sarebbe cosi' grave, se non fosse che la maggior parte della "superstrada" che collega Tahilandia e Cambogia, e' sterrata e piena di buche (foto 1): all'arrivo alla frontiera tailandese, i nostri zaini sono diventati rossi di terra.
Per fortuna l'autobus in cui traslochiamo e che ci portera' a Bangkok e' davvero comodo e mezzo vuoto, cosi' ci possiamo riposare un po'.
A bangkok ci sistemiamo in una zona orribilmente turistica, sembra di essere a Rimini ad agosto: una tristezza.
Sono rappresentati tutti gli stereotipi culturali del caso: giovani fricchettoni che esibiscono il loro "essere alternativi", figaccioni palestrati con le canotte strette, coppiette strafirmate allo struscio, e una quantita' di gay esibizionisti.
Decidiamo di dedicare solo una giornata alla citta' e di ripartire la sera dopo, per concederci un paio di giorni di mare su qualche isolotto.
Il giorno dopo visitiamo il vecchio Palazzo Reale con il Tempio del Buddha di Smeraldo e curiosiamo per la citta' in Tuk Tuk. Il caldo e' pesante, e lo smog fa tossire e Virgy rimedia come puo' (foto 3).
Il tempio ha pareti esterne ricoperte di decorazioni d'oro e dipinti su ceramiche incorniciati da pietre preziose, mosaici elaborati e mura di cinta che dal lato interno raccontano per immagini (spettacolari) storie della vita di Buddha e leggende tailandesi.
Una volta il Buddha di smeraldo, non era di smeraldo. O meglio, era stato ricoperto di gesso per evitare che facesse troppo gola ai ladri; durante un trasporto cadde e rivelo' il suo interno prezioso: da allora fu rubato dai laotiani e riconquistato da un sovrano tailandese, che decise di costruirgli come omaggio questo tempio.
Il Buddha, alto circa 75 cm., siede in una enorme stanza carica di decorazioni d'oro, su una ulteriore montagna d'oro, costituita da stupa (statue) di altre divinita', casse decorate e altari.
Esternamente ci sono quattro torri, che alla base sono protette da cariatidi che sonostatue di demoni coloratissime e scintillanti d'oro e argento.
Vale la pena una visita.
Al mattino successivo, ci ritroviamo stipati in una specie di Ape Car cassonato con l'aria condizionata a singhiozzo.
Io sono costretto ad annusarmi le ginocchia per 5 ore, fino alla frontiera con la Thailandia.
I bagagli sono ammassati sopra il furgone e legati come capita.
Non sarebbe cosi' grave, se non fosse che la maggior parte della "superstrada" che collega Tahilandia e Cambogia, e' sterrata e piena di buche (foto 1): all'arrivo alla frontiera tailandese, i nostri zaini sono diventati rossi di terra.
Per fortuna l'autobus in cui traslochiamo e che ci portera' a Bangkok e' davvero comodo e mezzo vuoto, cosi' ci possiamo riposare un po'.
A bangkok ci sistemiamo in una zona orribilmente turistica, sembra di essere a Rimini ad agosto: una tristezza.
Sono rappresentati tutti gli stereotipi culturali del caso: giovani fricchettoni che esibiscono il loro "essere alternativi", figaccioni palestrati con le canotte strette, coppiette strafirmate allo struscio, e una quantita' di gay esibizionisti.
Decidiamo di dedicare solo una giornata alla citta' e di ripartire la sera dopo, per concederci un paio di giorni di mare su qualche isolotto.
Il giorno dopo visitiamo il vecchio Palazzo Reale con il Tempio del Buddha di Smeraldo e curiosiamo per la citta' in Tuk Tuk. Il caldo e' pesante, e lo smog fa tossire e Virgy rimedia come puo' (foto 3).
Il tempio ha pareti esterne ricoperte di decorazioni d'oro e dipinti su ceramiche incorniciati da pietre preziose, mosaici elaborati e mura di cinta che dal lato interno raccontano per immagini (spettacolari) storie della vita di Buddha e leggende tailandesi.
Una volta il Buddha di smeraldo, non era di smeraldo. O meglio, era stato ricoperto di gesso per evitare che facesse troppo gola ai ladri; durante un trasporto cadde e rivelo' il suo interno prezioso: da allora fu rubato dai laotiani e riconquistato da un sovrano tailandese, che decise di costruirgli come omaggio questo tempio.
Il Buddha, alto circa 75 cm., siede in una enorme stanza carica di decorazioni d'oro, su una ulteriore montagna d'oro, costituita da stupa (statue) di altre divinita', casse decorate e altari.
Esternamente ci sono quattro torri, che alla base sono protette da cariatidi che sonostatue di demoni coloratissime e scintillanti d'oro e argento.
Vale la pena una visita.
Ma bando alle ciance: si parte per il mare!
F & V
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