31 agosto 2006

Yangshuo - Hanoi (Vietnam)

Ci lasciamo alle spalle la bella e troppo frequentata Yangshuo, diretti in autobus verso Nanning, ultima grande citta' cinese prima del "Passo dell'Amicizia", la frontiera con il Vietnam.
Dormiamo a Nanning in un discreto alberghetto di fronte alla stazione e, al mattino alle 08.00, prendiamo il treno per Pingxiang, villaggio cinese sulla frontiera.
Davanti a noi siede una giovanissima madre con figlioletto di quattro mesi.
Abitudine curiosa dei cinesi (un'altra), e' quella di vestire i neonati fino ai 2 anni con completini che hanno una apertura da coccige fino al pube e di non dotarli ne' di mutande ne' di pannolini.
Pare che attendano che la natura faccia il proprio corso e basta.
In effetti la natura ha fatto il suo corso e la giovane madre, come prevedibile, ha fatto meta' viaggio coperta di pipi' (le e' andata ancora bene...): tutto normale.
Arriviamo a Pingxian dove carichiamo gli zaini su un "mezzo" (foto) che ci porta alla frontiera, circa 9 km.
Percorsi questi, dobbiamo fare a piedi circa 600 metri in salita verso il contro doganale. Il passo dell'amicizia si puo' passare solo a piedi, per il momento non esistono strade anche se ci sono dei lavori.
Passati i controlli cinesi facciamo altri 200 metri e ci dedichiamo ai controlli vietnamiti. L'ultimo pensiero di Virgy per la Cina e': "gli uomini del paleolitico erano piu' puliti di questi". Ci siamo !!! La strada per Hanoi e' spianata.
Prima un taxi ci porta a Lang Son, e da qui prendiamo un autobus per Hanoi.
Il paesaggio e' verdissimo e puntinato di rilievi collinosi, alcuni morbidi e tondi, altri verticali e rocciosi, anch'essi ricoperti da una fittissima vegetazione.
Sterminate le risaie.
Siamo ormai nel tropico del Cancro e l'umidita' e' pesante.
Alle 16,30 siamo all'Hanoi Spirit Club in una bella camera di una casa in stile coloniale.
Nella serata facciamo una passeggiata nel quartiere vecchio, quello in cui stiamo, costituito da strette stradine invase da motorini e pedoni su cui si affacciano strette ed alte case di stile francese, ormai degradate ma con intatto tutto il loro fascino. Provo una naturale simpatia per questo popolo martoriato che, con il suo orgoglio, e' riuscito, unico al mondo, a sconfiggere grandi potenze mondiali come la Francia, la Cina e, soprattutto, gli Stati Uniti d'America.
Camminare sui marciapiedi e' impossibile perche' sono occupati da venditori e motorini, la carreggiata e' una meravigliosa ed allegra anarchia di pedoni, riscio' e scooter.
Non esistono regole, ma nessuno cade mai, sembra impossibile.
Per la cena ci concediamo un "banh cuon" in un locale sulla strada. Ci portano dei foglietti di carta di riso in cui dobbiamo avvolgere i diversi ingredienti: foglie di lauro, foglie di menta, prezzemolo, dei pezzettini di oliva e orecchie di porco a lamelle; il tutto da intingere in una gustosa salsina. Ottimo.
Domani andremo alla baia di Halong, motivo della nostra sosta ad Hanoi, oltre che per la visita alla citta'.
Ciau.

F & V