28 ottobre 2006

Fauna

In questo piccolo post vorrei raccontarvi di qualche bestia locale ed esprimere alcune mie perplessita'.
Gli animali che troverete in Australia sono quanto di piu' simile ad un alieno possiate incontrare sulla terra.
Ma andiamo con ordine.

Jellyfish
Letteralmente pesce gelatina; questa piccola medusa, cosi' affezionata elle coste del Queensland, si nutre principalmente di plancton e piccolissimi pesci: ora dico, quale perversa natura le ha fatto sviluppare una tossicita' tale da uccidere un uomo in pochi minuti, quando per annientare le proprie prede bastava un veleno della forza dell'Autan? Le migliori menti del pianeta ci stanno lavorando.

Ornitorinco
Quando per la prima volta un esemplare di ornotorinco giunse sotto vetro in Europa, tutti, ma proprio tutti, erano certi che si trattasse di uno scherzo.
Effettivamente si trattava di uno scherzo, ma di natura.
La simpatica bestiola, infatti risulta quasi incatalogabile: vive in acqua ma respira aria, come i rettili, fa le uova ma poi allatta i piccoli, come i mammiferi, ha il becco d'anatra e le dita palmate, come alcuni uccelli, la coda di castoro e la pelliccia.
Direi che milioni di anni di isolamento possono anche generare esempi di schizofrenia naturale.
Il nome datogli in Italia si spiega in questo modo: "ornito" poiche' in parte sembra un uccello palmipede, "rinco" perche' probabilmente non brilla per vivacita' intellettuale, infatti e' quasi estinto.

Cassowary
Questo uccello, che in realta' conosco pochissimo e' enorme, alto fino a 150 cm.

Ha al termine delle zampe un'unghia enorme e tagliente che usa con la maestria di un bandito sardo.
Si caratterizza per una escrescenza credo di cartilagine, sulla testa: una roba di circa 20 cm sopra un collo di un colore blu elettrico e rosso. Darwinianamente non ne comprendo la funzione, se non quella di poter essere individuato anche da un predatore particolarmente cretino nel fitto della foresta pluviale in cui bazzica.

Canguro
Diciamolo, il canguro e' uno dei piu' simpatici animali endemici dell'Australia.
L'assenza di predatori, o quasi, gli ha pero' consentito di sviluppare un modo di spostarsi che e' uno dei piu' fessi che conosca. Saltare e' certamente piu' dispendioso in termini di energia che correre, nuotare o volare. Provate a fare il giro dell'isolato correndo e poi saltando, e capirete. In compenso pero' la loro carne e' morbidissima, sottoposta com'e' in ogni momento a queste sollecitazioni telluriche. E anche gustosa assai, un misto tra sottofiletto e fegato.

Dingo
Come possano gli australiani considerarlo un pericoloso predatore, non me lo spiego.
Trattasi di un rachitico canide di un colore giallo itterico che, ogni volta che lo abbiamo incontrato, non ci ha cagati minimamente.
Certo, per un bambino tra i 2 e i 30 giorni abbandonato in mezzo al deserto senza assistenza, mentre piange e attira l'attenzione, e con una scia di sangue che porta fino a lui, potrebbe essere davvero pericoloso.

Scusate lo sfogo.

F & V

REQUIEM + Darwin - Townsville

R.I.P.



Senza un lamento, ne' un sussulto, serenamente si e' spenta, per mai piu' riaccendersi, la Turbinosa.
Piangono la scomparsa i quattro locatari, distrutti dal dolore.

Lasciammo Darwin alle 7,30 del mattino, diretti al Parco Nazionale di Kakadu quando, appena fuori dalla citta', la Turbinosa ha cessato la sua esistenza terrena, decidendo di spegnersi come una candela.
Attesa di un'ora (io e Lallo, mentre le due squinzie sgambettavano in piscina) e ricovero presso il cimitero delle auto. Saltata la gita a Kakadu, motivo dei 2000 kilometri da Uluru a Darwin.
Costretti dalle circostanze a solcare a piedi le strade australiane, non abbiamo avuto altra scelta che quella di buttarci anima e corpo in piscina per tre giorni.

Siamo andati anche a visitare un gradevolissimo museo in cui si possono osservare da vicino le famose e letali meduse a scatola (box jellyfish), Sweetheart, un coccodrillo di circa 5,5 metri che per anni ha aggredito le barche dei pescatori e che alcuni volontari, nel tentativo di portarlo in una zona piu' lontana, hanno annegato, tanti animali e pesci, una bella collezione di arte aborigena antica, moderna e contemporanea, e una spettacolare area riservata al ciclone Tracy, che distrusse Darwin nel giorno della vigilia di Natale 1974.

C'e' anche uno stanzino in cui viene fatto ascoltare il rumore del ciclone, registrato in diretta all'epoca da un religioso. E' davvero impressionante, le raffiche di vento sembrano ululati di migliaia di lupi incazzatissimi che contemporaneamente ringhiano; si sentono i rumori delle lamiere che volano per aria e vanno a colpire qualunque cosa sul loro tragitto alla velocita' di 250 km/h. Un cartello fuori dalla porta avverte che l'esperienza potrebbe essere "forte" per chi abbia vissuto in prima persona quei momenti. Cosa abbia spinto quest'uomo a registrare in diretta la distruzione della città non si sa, ma lo ringrazio.
Quando il sole cala, non avendo motivo di sguazzare, poiche' la tintarella non incrementa, si passeggia per l'Esplanade, si guarda il tramonto e chi puo' compra qualche regalo.

A cercare con attenzione ce ne sono di davvero orribili.
A cercare con attenzione, pero' ho anche trovato, su internet, un bel camper con tanto di cucina, doccia, forno, cesso e letto, al prezzo di 1 (un) dollaro al giorno.

Trattasi di "relocation": si tratta di riportare i camper e le auto noleggiate dai turisti presso la città originale. In questo caso il trasferimento e' da Darwin a Cairns (3000 km) e a noi e' utile assai perche' dobbiamo andare a Townsville, a 350 km da Cairns.

Unico neo: abbiamo tre giorni e mezzo, che per fare tutto 'sto popo' di strada, capite, non sono poi tanti, ma si puo' fare.

Cosi' il 24 mattina ci presentiamo, dopo aver prenotato, presso l'agenzia e ritiriamo il nostro camperone; nel frattempo scopriamo che ci verranno anche rimborsati 250 dollari di benzina.

Manca l'usufrutto gratuito di entreneuses, e sono a posto.

A mezzogiorno dobbiamo salutare Alessia e Lallo, che nella tarda serata prenderanno un aereo per Sydney per poi tornare verso la lontana Italia; ci forniscono di una bottiglia d'acqua e di un pacchetto di pop-corn e ci salutano, tornando a buttarsi nell'acqua della piscina.

Noi partiamo per un altro lungo trasferimento, ma non ci pesa affatto, perche' il paesaggio e il cielo australiani fanno scivolare il tempo come in un sogno.

Attraversiamo nuovamente deserti e foreste, facendo anche simpatici incontri: questo bell'esemplare di Brown Western Snake era in mezzo alla strada, dove qualche veicolo gli aveva probabilmente spezzato una vertebra, per cui non poteva piu' muoversi, ma era vivo. In attesa della prossima macchina o di un'aquila che lo finissero. E faceva pure lo spacchiuso!

A pranzo ci fanno compagnia i soliti noodles, piu' qualche interessante variante, come il pate' spalmato e i ravioli in scatola Heinz, sempre apprezzabili (sconsigliamo invece i maccheroni al formaggio).

Nel mezzo del nulla, tra Mt Isa e Charters Towers (cercateveli) c'e' una zona in cui i paesotti (pompa di benzina e store) vantano quale attrazione turistica il fatto che in quei luoghi sono stati ritrovati i piu' grandi dinosauri marini. Adesso pero' quelli sono in un museo a Sydney, e sul posto e' rimasto un museo con qualche foto e questa ricostruzione a grandezza naturale.

C'e' da avere davvero timore a pensare di rimanere bloccati qui per un qualsiasi motivo: a volte passano ore senza vedere macchine.

Per fortuna la scorta d'acqua fresca l'abbiamo, anche se l'aria condizionata a volte fa le bizze e siamo costretti ad aprire i finestrini, facendo entrare l'aria rovente.

Arriviamo a Townsville il giovedi' sera, facendo una sorpresa a Connie e Walter che, a loro volta, ce ne fanno una: il giorno dopo partono con destinazione Brisbane per due giorni.

Poco male, noi dobbiamo ancora restituire il camper a Cairns il giorno dopo cosi', dopo una cena a base di agnolotti e arrosto, ci corichiamo e di buon mattino partiamo per l'ultima tappa.

E' la piu' dura; sono solo 350 km, ma ormai mi viene da dormire. Comunque tutto va bene, alle 12,30 lasciamo il camper e alle 13,00 riprendiamo l'autobus per Townsville, che arriva a destinazione alle 19,00. Che fatica!!

La casa e' vuota fino a domenica, cosi' ci dedicheremo all'abbronzatura e al relax.

Nota positiva: mentre eravamo via sono stati avvistati coccodrilli sulle spiagge di Townsville e il comune ha dovuto chiudere anche la piscina d'acqua salata sul lungomare. Che figo!!!

Io sono andato a cercare i coccodrilli in tutta l'Australia e loro erano qui'! Forse cercavano me?

A presto, cari.

F & V

21 ottobre 2006

Uluru - Darwin


Signore e Signori, eccolo qui.
Come gia' successe la prima volta che lo incontrai, la sensazione di fronte a questo particolarissimo monumento naturale, e' netta e colpisce profondamente.
La sensazione, chiara, e' quella di avere un legame ancestrale con questo monolite, di avere qualcosa nel DNA che ce lo fa ricordare in qualche modo.
Si crea una intimita' commovente, mentre si ha la sensazione che tutte le cattedrali, le moschee e le costruzioni religiose del mondo abbiano fallito nell'inconsapevole tentativo di imitarlo, e che al contrario siano contenute, esplicitate ed ampliate in questo sasso.
Vederne il colore rosso al tramonto e' solo un appagamento estetico, ma avvicinandocisi e girandogli intorno, ci si carica di emozione.
Da Alice Springs il viaggio per Uluru e' di 450 km circa; siamo arrivati nel primo pomeriggio, caricando Marie, che faceva autostop sulla strada infuocata.
Marie ha 55 anni e sta girando da 5 mesi l'Australia a piedi! Di notte dorme senza tenda nel "bush", tra canguri e dingo, ma non ha mai avuto problemi.
Con lei abbiamo percorso per intero il periplo di Uluru, che e' lungo circa 10 km, sotto il sole del deserto. Noi siamo arrivati sfatti dal caldo e dalla fatica, lei (che d'inverno fa la maestra di sci e la guida alpina), non se ne e' neanche accorta.
Non mancano i cretini che continuano a scalare Uluru, nonostante gli Anangu, il popolo custode di questa terra, faccia presente in ogni modo che per loro si tratta di una cosa sacra, e preferirebbero che i turisti, se proprio devono venire, si limitino a camminarci intorno.

La notte, per evitare di tornare fino ad Alice Springs, abbiamo campeggiato a Yulara, a 15 chilometri da Uluru, testando cosi' le nostre tende, fino ad ora inutilizzate.
Tutto bene, tranne che di notte ha fatto un freddo becco!
Il giorno dopo ricominciava la lunga marcia verso Darwin (2000 km), ripassando per Alice Spring e continuando verso nord. Superata Alice Springs, ci fermiamo a salutare il tropico del Capricorno, che ci introduce nel caldo ancora piu' caldo, e che passa proprio di lì.
Attraversata la solita, magnifica distesa di alberi contorti e secchi e piena di animali, ci siamo fermati a dormire presso una Road House in mezzo al nulla, Barrow Creek, campeggiando in una radura sul retro del pub per tre dollari a testa.
Se ci fossimo fermati cento metri prima o cento dopo e avessimo piantato le tende in mezzo al deserto sarebbe stata la stessa cosa. Borrow Creek e' famosa per essere stata attacata dalla locale popolazione aborigena nel 1874; nell'occasione morirono i 2 guardafili (era una stazione telegrafica) e il direttore di stazione. Sulla strada si possono vedere ancora le tombe.
Comunque la notte e' passata, calda e rispettosamente confortevole, a parte un equino che passeggiava tra le tende.
La prima tappa del giorno dopo è stata la visita ai Devil's Marbles, curiosissime formazioni granitiche naturali di rocce tonde e levigate, che hanno una origine che ho letto e compreso, lo giuro, ma non ricordo. L'effetto e' di una pianura in cui un gigantesco animale ha deposto le proprie uova. Un paesaggio irreale. Ripartiamo con destinazione Daly Waters, ancora lontana verso nord. Almeno da Tennant Creek in su e' una strada mai percorsa, anche se il paesaggio e' ancora simile. Daly Waters e' una "cittadina" che contera' piu' o meno 5 case, sperduto nel deserto piu sperduto; e' famosa perche' vi ha sede il piu' vecchio pub del Northern Territory. Ed e' davvero country!! Le pareti sono completamente ricoperte da ricordi lasciati dai visitatori: banconote da tutto il mondo, biglietti da visita, patenti, magliette, cappelli, pantaloni, fotografie, reggiseni, mutande e tutto quanto riusciate ad immaginare. Noi abbiamo contribuito con due fototessere (Lallo e Alessia) e le fotocopie di due passaporti (io e Virgy). La Virgy, visto che le si erano rotti gli infradito, ha appeso pure quelli. Nell'occasione abbiamo gustato il piu' grosso e buon hamburger della nostra vita. Nei pressi del pub e' situato anche un particolare albero. Nel secolo scorso, durante il suo terzo tentativo di esplorazione dell'Australia da sud verso nord, Stuart arrivo' stremato con i suoi uomini in questa zona, con gli animali malati, pieni di pustole purulente a causa degli sterpi e degli insetti, e senz'acqua. Qui trovo' un piccolo ruscello che gli consenti' di salvarsi la vita e riprendere la spedizione; per festeggiare questo miracoloso incontro con l'acqua, Stuart incise la propria iniziale "S" su un albero: la "S" e' ancora visibile su quell'albero.

Fatta la pappa, si continua fino a Mataranka. Qui cerchiamo per un'ora da dormire, ma la citta' e' deserta, cosi' ci infiliamo in un campeggio aperto, dove non c'e' praticamente nessuno, tranne decine e decine di canguri che pascolano e una moltitudine di uccelli con l'insonnia che sbraitano come jene. Ma cosa c'e' a Mataranka per cui ci siamo fermati? Qui mi tocca farvi diventare lividi di invidia: a Mataranka ci sono delle specialissime terme. Queste scorrono a 35 gradi centigradi nel mezzo di una fitta foresta pluviale verdissima e sono acque piu' trasparenti del cristallo. Ci siamo goduti un meritatissimo riposo e Virgy e Alessia si sono prodotte in uno "spettacolare" numero di nuoto sincronizzato, dopo avere approfittato dei massaggi di una piccola cascata: vi assicuro, uno spettacolo raccapricciante. Unica nota negativa, gli alberi della foresta sono stracarichi di pipistrelloni che, inevitabilmente, scagazzano dall'alto.

Comunque altre meraviglie attendono di essere visitate, e nel pomeriggio si riparte.

Meta del prossimo viaggio, Katherine. A Katherine scorre un fiume (il Katherine River, appunto), che nei secoli ha scavato una serie di sei gole spettacolari nel granito rosso. Le possibilita' erano due: affittare una canoa a coppia e remare verso l'ignoto, oppure prendere piu' comodamente una barca per visitare le gole. Visto che i cartelli del parco dicevano che ogni anno il fiume era controllato per verificare la NON presenza dei pericolosi coccodrilli "sltwater", e che il fiume era abitato "solo" dai coccodrilli "freshwater" (lunghi solo fino a 4 metri e che "NORMALMENTE" non attaccano l'uomo), abbiamo preso la barca.

In effetti l'ultima volta che ero stato qui' ero andato in canoa e, ovviamente, questa si era rovesciata, costringendomi ad arrampicarmi sulle radici delle mangrovie per uscire dall'acqua, e colpendo con le gambe cose dure che non sapevo mai se fossero rami o corpi di coccodrilli, e non e' stata una esperienza che ripeterei.

La mattinata passiamo quindi cullati sulle tranquille acque del Katherine River, ad ammirare le gole e alcuni siti di pitture rupestri aborigene.

Darwin dista ormai solo 350 km, quindi ce la prendiamo con calma e rimaniamo a dormire a Katherine.

Il mattino dopo quindi, con calma, facciamo colazione e partiamo per l'ultima tappa verso il Top End australiano: Darwin, territorio di coccodrilli, lucertole giganti, parchi meravigliosi e caldo atroce.

La scelta dell'ostello e' ottima: lo Youth Shack e' centrale, con camere piccole ma discrete, aria condizionata 24/24 e una piscina con tante sdraio che aspettano i nostri culi bianchi. Il pomeriggio e la giornata dopo, quindi, saranno dedicati alla tintarella e al dolce far niente, mentre si programma una visita al parco nazionale di Kakadu, una meraviglia selvaggia di natura incontaminata e pericolosissima. Le popolazioni di coccodrilli (grossi), serpenti, insetti pericolosi e quant'altro puo' gravemente nuocere alla salute, sono enormi.

Il racconto, al momento si ferma qui', nel prossimo la citta' di Darwin, le avventure a Kakadu e la fatale separazione dagli amici: loro a Sydney per ripartire, noi di nuovo verso il Queensland.


F & V

15 ottobre 2006

Cairns - Alice Springs

Eccoci a noi, cari ragazzi. Il viaggio prosegue.
Sembra facile affittare una macchina, invece no.
Restituita la Toyota Corolla del viaggio da Hervey Bay, all'aereoporto di Townsville tutte le agenzie non avevano nulla di disponibile.
Io ho pensato che fosse perche' mi sono presentato in ciabatte, costume e bandana, ma invece l'AVIS ci ha trovato una macchina.
"Purtroppo" l'unica macchina disponibile era una "Commodore nonsoche'", con i sedili in pelle e tanti accessori elettronici che non abbiamo usato perche' non abbiamo capito come funzionavano. Pero' era comoda.
La via verso Cairns ci porta sempre piu' verso il tropico e verso la foresta pluviale piu' antica del mondo, vecchia di 300.000.000 di anni.
Il paesaggio e' sempre piu' verde ed intenso, i fiumi serpeggiano verso il mare dove isole rigogliose fanno da sfondo ad un mare scuro e pieno di insidie.
Cosi' siamo arrivati a Cairns in una bella giornata di sole e abbiamo preso posto in un ostello del centro ricavato da un vecchio cinema, molto ben tenuto e particolare.
Abbiamo prenotato subito una escursione per il giorno dopo verso la barriera corallina e ci siamo fatti una pentolona di penne al pomodoro.
E qui' comincia la sfiga: il giorno dopo il tempo e' nuvoloso.
Decidiamo cosi' di rimandare al giorno dopo la gita e dedicare la giornata alla ricerca di un mezzo per viaggiare verso l'outback.
Il giorno dopo, il tempo e' peggio: durissima decisione, si perde un altro giorno in attesa del sole!
Come da copione, il terzo giorno, piove.
Alessia e Lallo vanno comunque verso la Great Barrier Reef, io e Virgy saltiamo questo giro, visto che avremo tempo di vederla piu' avanti.
Ci consoliamo con la visita ad un parco dove, finalmente, Alessia corona il suo sogno della foto con il Koala, e anche Virgy si lancia, incurante del pericolo verso la fauna piu' pericolosa...
Visto che abbiamo perso piu' tempo del previsto, tocca correre un po': non avete idea di quanto sia grande l'Australia.
Abbiamo recuperato una Ford Falcon 4000 di cilindrata del 1994, attrezzata con cucina da campo e tende, soprannominata "la Turbinosa" (gli amanti di Peter Sellers apprezzeranno l'omaggio).
Dobbiamo andare da Cairns ad Alice Springs, nel centro dell'Australia.
Il percorso prevede di tornare a Townsville (350 km) , girare a destra verso l'interno fino a Mt. Isa (900 km), proseguire fino a Tennant Creek (600 km) e svoltare a sinistra verso Alice Springs (500 km). Fate un po' il conto.
Comunque si parte. Passa Townsville di mattina presto e a sera tardi arriva Mt. Isa; sfatti, prendiamo alloggio in un ostello e ci sfamiamo con l'orribile pizza acetosa di Pizza Hut, l'unica cosa aperta.
I paesaggi infiniti sono splendidi e ripagano ogni fatica.
Il giorno dopo partiamo verso Tennant Creek; bisogna attraversare una landa caldissima in cui, per circa 300 km, non ci sono stazioni di rifornimento e la temperatura supera ogni descrizione.
La Turbinosa non si fa spaventare e, continuando a consumare l'impossibile, ci porta alle sei di sera fino a destinazione.
Durante il viaggio passiamo anche a fianco di un incendio del "bush" australiano, uno di quelli che in questo periodo mangiano ettari di terreno.
Decidiamo di proseguire fino ad Alice Spring e di riposare il giorno dopo. Di notte ci sono moltissimi canguri, dingo, volpi e altri animali che attraversano la strada e bisogna fare molta attenzione!
Arriviamo alle 2 di notte e cerchiamo un posto che possa accoglierci: nulla. Tutte le reception sono chiuse, pero' troviamo un ostello che ha la porta aperta e ci svacchiamo sui divani fino al mattino, quando un giovine, sorpreso di vederci, ci comunica che non c'e' posto. Sono le 5,30 del mattino e andiamo assonnatissimi presso il Malanka, un grosso ostello la cui reception, per fortuna, e' gia' aperta. Cadiamo sul letto appena entrati in camera e ci addormentiamo, sognando la piscina che da li a poco raggiungeremo per prendere il sole...
Nella prossima puntata il "red center", Uluru e Alice Springs.
Baci a tutti.
F & V

08 ottobre 2006

Hervey Bay - Townsville

Rieccoci in viaggio, stavolta in auto.
La guida a sinistra, inizialmente, fa un po' effetto, e ci si mette un po' di tempo a non farsi prendere dal panico, avendo la costante certezza di essere contromano. Pero' ce la si fa.
Il viaggio, durato due giorni e fatto in relax, ci ha portato da Hervey bay a Airlie Beach e poi a Townsville.
Airlie Beach e' la porta per chi vuole andare a visitare le bellissime Withsunday Islands, un posto assai turistico e pieno di casino, ostelli e pub. Noi per questa volta passiamo la mano, vedremo le Withsunday nel prossimo viaggio.
Prima di arrivare a Townsville abbiamo fatto tappa al parco di Billabong, per placare la sfrenata voglia di Alessia di prendere in braccio un koala, ed e' stata davvero una esperienza piacevole.
Oltre ai suddetti koala, splendidi, dolcissimi e morbidissimi, abbiamo potuto vedere da vicino (per fortuna non troppo da vicino), alcuni vip della fauna autoctona.
Enormi coccodrilli, sia quelli di acqua dolce ( la cui lunghezza raggiunge solo i 4 metri e non particolarmente aggressivi), sia quelli che vivono negli estuari e nel mare (lunghi fino a 8 metri, aggressivi, cattivissimi e poco sportivi), canguri col cucciolo nel marsupio che prendevano da mangiare dalle mani delle ragazze, emu, una infinita' di enormi pipistrlli divoratori di frutta (flying fox) e tanto altro.
A sera, finalmente, siamo arrivati a casa!
Gli zii sono a Sydney a trovare Mirella, loro figlia e mia cugina, per cui ci troviamo soli e, cercando di non fare troppo danno, ci rilasseremo un paio di giorni ed intaccheremo le riserve di pasta fatta a mano nel freezer.
Approfitteremo della pausa anche per comprare un po' di ottima carne e farci una grgliata sulla spiaggia; in tutte le spiagge del Queensland, infatti, sono presenti BBQ pubblici a costo zero che non aspettano altro che un gruppo di famelici italioti.
Per la cronaca, le partite di scopa serali vedono costanti ed ininterrotte vittorie del duo Wallois-Ciaravino, nonostante goffi tentativi di barare.
A presto.

F & V

Hervey Bay

Tutto come previsto: lunedi' sera sono arrivati Alessia e Lallo e abbiamo preso posto al Koala Backpacker, un ostello carino con tante piante ed una graziosa piscina, nella camerata da quattro.
Per prima cosa abiamo imparato a giocare a Yatze, che ormai, insieme alla scopa, rappresenta il; clou delle nostre serate mondane.
Nostra intenzione e' quella di visitare Fraser Island e andare a vedere le balene che, tra aprile ed ottobre, passano da questa baia per andare verso sud con i piccoli.
Detto fatto.
Mercoledi' (dopo una giornata di dolce far niente) siamo partiti per l'isola di Fraser, la piu' grande isola del mondo fatta esclusivamente di sabbia.
E' lunga circa 130 km e larga una trentina; al suo interno nasconde laghi d'acqua trasparente, una foresta pluviale bellissima e fitta e alcuni fiumi cristallini.
Purtroppo qui' e' davvero impossibile immergersi perche' le acque sono infestate da squali di specie che apprezzano assai la carne umana.
Le spiagge sono immense e deserte e sulla costa orientale c'e' anche il relitto di un lussuosissimo yacht giapponese arenatosi qui' negli anni trenta.
Siamo anche riusciti a vedere un Dingo (il pericoloso cane selvatico d'Australia) durante il tragitto con il mezzo 4x4.
Il giorno dopo Virgy e Ale sono andate a vedere le balene; io le avevo gia viste e Lallo patisce un po' il mare, che al ritorno da Fraser Island era stato incazzuso.
Lo spettacolo c'e' stato, come sempre, e le ragazze sono tornate entusiaste e commosse da questi animali meravigliosi.
Il regolamento del parco marino non consente di avvicinarsi piu' di cento metri dai cetacei, per cui, arrivati a questa distanza, la barca spegne il motore; e qui' comincia la magia, perche' sono loro, intelligenti e curiose, ad avvicinarsi.
Qui' giocano, salutano, saltano e ti guardano con quegli occhi che, rispetto al corpo immenso, sembrano piccolissimi ma esprimono sentimento ed intelligenza.
Abbiamo infine preso a nolo una macchina Toyota Corolla) e ora torneremo verso nord, dove faremo una tappa a Townsville (1150 km) per ristorarci e poi proseguiremo verso Cairns, la piu' antica foresta pluviale del mondo, i grandi coccodrilli e la Grande Barriera Corallina.

F & V

Townsville - Queensland

Scusate il ritardo.
Abbiamo perso un sacco di tempo a fare le balene spiaggiate e a rosolarci al caldo sole del Queensland.
E poi gli agnolotti, gli gnocchi... insomma e' stata dura.
Eravamo rimasti a Darwin. Come raggiungere Townsville?
Le opzioni, dopo una rapida indagine di mercato erano:

1- autobus (420 dollari a testa e tre giorni di viaggio)
2- affitto auto (circa 800 dollari e 2600 km da fare.
3- aereo (320 dollari a testa e tre ore di volo)

Approfittando della distrazione momentanea del mio panico da volo, abbiamo optato per l'aereo (il terzo in tre giorni!!!).
Arrivati a Cairns, abbiamo preso un autobus che in 6 ore ci ha portati finalmente a Townsvile.
Qui' ci riposiamo, godiamo della compagnia di Conny e Walter, i miei zii d'Australia, mangiamo i manicaretti da lui (ex cuoco) preparati e prendiamo il sole.
Virgy si e' innamorata della casa degli zii e passa il tempo a curare il giardino.
Loro due sono eccezionali, generosissimi, simpaticissimi e sempre sorridenti; hanno fatto a gennaio 50 di matrimonio e direi che hanno fatto entrambi un'ottima scelta.
Townsville e' un po' come essere in Svizzera, ma al tropico.
Tutto e' pulitissimo, l'erba ovunque rasata meglio di me, e gli automobilisti non suonano mai il claxon.
Pero' l'Australia e' l'Australia, e anche sullo STRAND, il civilissimo e pulitissimo lungomare, si possono fare incontri interessanti (foto 1).
La natura e' sempre la padrona da queste parti, e la sensazione, (per me molto positiva), e' che l'uomo sia un ospite, ma non il padrone.
Peccato che non si possa fare il bagno per il solito problema degli squali, delle meduse mortali e dei coccodrilli.
Domani (domenica) partiamo per Hervey Bay in autobus (20 ore) per andare ad incontrare Alessia e Lallo che nel frattempo sono arrivati a Sydney e ci raggiungeranno, appunto, a Hervey Bay. Con loro speriamo di riuscire ad affittare una macchina e cominciare il gironzolamento per l'Australia.
Temo di avere recuperato tutti gli etti persi in Asia, e anche Virgy, stressata com'e' (vedi ultima foto), comincia ad ingrassare...

F & V