Uluru - Darwin
Signore e Signori, eccolo qui.
Come gia' successe la prima volta che lo incontrai, la sensazione di fronte a questo particolarissimo monumento naturale, e' netta e colpisce profondamente.
La sensazione, chiara, e' quella di avere un legame ancestrale con questo monolite, di avere qualcosa nel DNA che ce lo fa ricordare in qualche modo.
Si crea una intimita' commovente, mentre si ha la sensazione che tutte le cattedrali, le moschee e le costruzioni religiose del mondo abbiano fallito nell'inconsapevole tentativo di imitarlo, e che al contrario siano contenute, esplicitate ed ampliate in questo sasso.
Vederne il colore rosso al tramonto e' solo un appagamento estetico, ma avvicinandocisi e girandogli intorno, ci si carica di emozione.
Da Alice Springs il viaggio per Uluru e' di 450 km circa; siamo arrivati nel primo pomeriggio, caricando Marie, che faceva autostop sulla strada infuocata.
Marie ha 55 anni e sta girando da 5 mesi l'Australia a piedi! Di notte dorme senza tenda nel "bush", tra canguri e dingo, ma non ha mai avuto problemi.
Con lei abbiamo percorso per intero il periplo di Uluru, che e' lungo circa 10 km, sotto il sole del deserto. Noi siamo arrivati sfatti dal caldo e dalla fatica, lei (che d'inverno fa la maestra di sci e la guida alpina), non se ne e' neanche accorta.
Non mancano i cretini che continuano a scalare Uluru, nonostante gli Anangu, il popolo custode di questa terra, faccia presente in ogni modo che per loro si tratta di una cosa sacra, e preferirebbero che i turisti, se proprio devono venire, si limitino a camminarci intorno.
La notte, per evitare di tornare fino ad Alice Springs, abbiamo campeggiato a Yulara, a 15 chilometri da Uluru, testando cosi' le nostre tende, fino ad ora inutilizzate.
Tutto bene, tranne che di notte ha fatto un freddo becco!
Il giorno dopo ricominciava la lunga marcia verso Darwin (2000 km), ripassando per Alice Spring e continuando verso nord. Superata Alice Springs, ci fermiamo a salutare il tropico del Capricorno, che ci introduce nel caldo ancora piu' caldo, e che passa proprio di lì.
Attraversata la solita, magnifica distesa di alberi contorti e secchi e piena di animali, ci siamo fermati a dormire presso una Road House in mezzo al nulla, Barrow Creek, campeggiando in una radura sul retro del pub per tre dollari a testa.
Se ci fossimo fermati cento metri prima o cento dopo e avessimo piantato le tende in mezzo al deserto sarebbe stata la stessa cosa. Borrow Creek e' famosa per essere stata attacata dalla locale popolazione aborigena nel 1874; nell'occasione morirono i 2 guardafili (era una stazione telegrafica) e il direttore di stazione. Sulla strada si possono vedere ancora le tombe.
Comunque la notte e' passata, calda e rispettosamente confortevole, a parte un equino che passeggiava tra le tende.
La prima tappa del giorno dopo è stata la visita ai Devil's Marbles, curiosissime formazioni granitiche naturali di rocce tonde e levigate, che hanno una origine che ho letto e compreso, lo giuro, ma non ricordo. L'effetto e' di una pianura in cui un gigantesco animale ha deposto le proprie uova. Un paesaggio irreale. Ripartiamo con destinazione Daly Waters, ancora lontana verso nord. Almeno da Tennant Creek in su e' una strada mai percorsa, anche se il paesaggio e' ancora simile. Daly Waters e' una "cittadina" che contera' piu' o meno 5 case, sperduto nel deserto piu sperduto; e' famosa perche' vi ha sede il piu' vecchio pub del Northern Territory. Ed e' davvero country!! Le pareti sono completamente ricoperte da ricordi lasciati dai visitatori: banconote da tutto il mondo, biglietti da visita, patenti, magliette, cappelli, pantaloni, fotografie, reggiseni, mutande e tutto quanto riusciate ad immaginare. Noi abbiamo contribuito con due fototessere (Lallo e Alessia) e le fotocopie di due passaporti (io e Virgy). La Virgy, visto che le si erano rotti gli infradito, ha appeso pure quelli. Nell'occasione abbiamo gustato il piu' grosso e buon hamburger della nostra vita. Nei pressi del pub e' situato anche un particolare albero. Nel secolo scorso, durante il suo terzo tentativo di esplorazione dell'Australia da sud verso nord, Stuart arrivo' stremato con i suoi uomini in questa zona, con gli animali malati, pieni di pustole purulente a causa degli sterpi e degli insetti, e senz'acqua. Qui trovo' un piccolo ruscello che gli consenti' di salvarsi la vita e riprendere la spedizione; per festeggiare questo miracoloso incontro con l'acqua, Stuart incise la propria iniziale "S" su un albero: la "S" e' ancora visibile su quell'albero.
Fatta la pappa, si continua fino a Mataranka. Qui cerchiamo per un'ora da dormire, ma la citta' e' deserta, cosi' ci infiliamo in un campeggio aperto, dove non c'e' praticamente nessuno, tranne decine e decine di canguri che pascolano e una moltitudine di uccelli con l'insonnia che sbraitano come jene. Ma cosa c'e' a Mataranka per cui ci siamo fermati? Qui mi tocca farvi diventare lividi di invidia: a Mataranka ci sono delle specialissime terme. Queste scorrono a 35 gradi centigradi nel mezzo di una fitta foresta pluviale verdissima e sono acque piu' trasparenti del cristallo. Ci siamo goduti un meritatissimo riposo e Virgy e Alessia si sono prodotte in uno "spettacolare" numero di nuoto sincronizzato, dopo avere approfittato dei massaggi di una piccola cascata: vi assicuro, uno spettacolo raccapricciante. Unica nota negativa, gli alberi della foresta sono stracarichi di pipistrelloni che, inevitabilmente, scagazzano dall'alto.
Comunque altre meraviglie attendono di essere visitate, e nel pomeriggio si riparte.
Meta del prossimo viaggio, Katherine. A Katherine scorre un fiume (il Katherine River, appunto), che nei secoli ha scavato una serie di sei gole spettacolari nel granito rosso. Le possibilita' erano due: affittare una canoa a coppia e remare verso l'ignoto, oppure prendere piu' comodamente una barca per visitare le gole. Visto che i cartelli del parco dicevano che ogni anno il fiume era controllato per verificare la NON presenza dei pericolosi coccodrilli "sltwater", e che il fiume era abitato "solo" dai coccodrilli "freshwater" (lunghi solo fino a 4 metri e che "NORMALMENTE" non attaccano l'uomo), abbiamo preso la barca.
In effetti l'ultima volta che ero stato qui' ero andato in canoa e, ovviamente, questa si era rovesciata, costringendomi ad arrampicarmi sulle radici delle mangrovie per uscire dall'acqua, e colpendo con le gambe cose dure che non sapevo mai se fossero rami o corpi di coccodrilli, e non e' stata una esperienza che ripeterei.
La mattinata passiamo quindi cullati sulle tranquille acque del Katherine River, ad ammirare le gole e alcuni siti di pitture rupestri aborigene.
Darwin dista ormai solo 350 km, quindi ce la prendiamo con calma e rimaniamo a dormire a Katherine.
Il mattino dopo quindi, con calma, facciamo colazione e partiamo per l'ultima tappa verso il Top End australiano: Darwin, territorio di coccodrilli, lucertole giganti, parchi meravigliosi e caldo atroce.
La scelta dell'ostello e' ottima: lo Youth Shack e' centrale, con camere piccole ma discrete, aria condizionata 24/24 e una piscina con tante sdraio che aspettano i nostri culi bianchi. Il pomeriggio e la giornata dopo, quindi, saranno dedicati alla tintarella e al dolce far niente, mentre si programma una visita al parco nazionale di Kakadu, una meraviglia selvaggia di natura incontaminata e pericolosissima. Le popolazioni di coccodrilli (grossi), serpenti, insetti pericolosi e quant'altro puo' gravemente nuocere alla salute, sono enormi.
Il racconto, al momento si ferma qui', nel prossimo la citta' di Darwin, le avventure a Kakadu e la fatale separazione dagli amici: loro a Sydney per ripartire, noi di nuovo verso il Queensland.
F & V
2 Comments:
Ciao ragazzi.... sono sempre pìù senza parole.... Che state visitando è stupendo.... Vi ho mandata un email.... Buon proseguimento Carla
Ciao! Dopo tutto ci siete riusciti: mi state facendo desiderare anche l’Australia! Non che abbia bisogno di aggiungere nuove mete ai miei sogni già faraonici, però, però…
Vedo che state bene e non siete turbati dallo scagazzamento avicolo.
Qua – miracolo! – stiamo passando attraverso un ottobre poco piovoso, mite, con gran belle giornate. Nuovi scioperi dei giornalisti e pochi, scarni tg: ma che meraviglia! Continuasse sempre così! Oggi apre il Salone del Gusto. Ed io sono a dieta.
Di fronte a questa tragedia non ci sono altre parole. Ci leggiamo, nèh
Latalpo
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