Souvenir de Rome
E’ fatta! Siamo tornati indenni da Roma.
I riscontri sono unanimemente positivi, ma dobbiamo riconoscere che è stata dura.
Sapere di essere sotto il vigile (scusate il gioco di parole) e critico occhio di svariati milioni di persone genera una tensione quasi ingestibile, e ci è voluta tutta la nostra concentrazione per cercare di sembrare normali.
Ringraziamo la redazione del Kilimangiaro per l’estrema gentilezza ed in particolare Liliana per la sua totale dedizione a questi due disperati. Ci hanno prenotato anche un bel treno con cuccetta doppia con lavandino sul quale ci hanno offerto la colazione e il giornale.
Negli studi RAI, durante la confusione mentale precedente il nostro intervento, ci siamo divertiti un mondo a gironzolare per gli studi dei diversi programmi (“la prova del cuoco”, “½ ora” e “l’eredità”) e a prendere un caffè con Lucia Annunziata. Veramente le eravamo solo a fianco, ma ci siamo accontentati.
A pranzo, nella mensa RAI abbiamo con sommo godimento incontrato (udite udite!) Tullio de Piscopo e Tony Dallara.
E’ vero, abbiamo raschiato il fondo.
Io cercavo Augias, ma pare lavori da un’altra parte.
Prima di andarcene abbiamo almeno incontrato Violante Placido e Ines Sastre, ospiti di Domenica In.
Ci è sfuggito per un pelo Pippo.
I riscontri sono unanimemente positivi, ma dobbiamo riconoscere che è stata dura.
Sapere di essere sotto il vigile (scusate il gioco di parole) e critico occhio di svariati milioni di persone genera una tensione quasi ingestibile, e ci è voluta tutta la nostra concentrazione per cercare di sembrare normali.
Ringraziamo la redazione del Kilimangiaro per l’estrema gentilezza ed in particolare Liliana per la sua totale dedizione a questi due disperati. Ci hanno prenotato anche un bel treno con cuccetta doppia con lavandino sul quale ci hanno offerto la colazione e il giornale.
Negli studi RAI, durante la confusione mentale precedente il nostro intervento, ci siamo divertiti un mondo a gironzolare per gli studi dei diversi programmi (“la prova del cuoco”, “½ ora” e “l’eredità”) e a prendere un caffè con Lucia Annunziata. Veramente le eravamo solo a fianco, ma ci siamo accontentati.
A pranzo, nella mensa RAI abbiamo con sommo godimento incontrato (udite udite!) Tullio de Piscopo e Tony Dallara.
E’ vero, abbiamo raschiato il fondo.
Io cercavo Augias, ma pare lavori da un’altra parte.
Prima di andarcene abbiamo almeno incontrato Violante Placido e Ines Sastre, ospiti di Domenica In.
Ci è sfuggito per un pelo Pippo.
Piuttosto triste lo spettacolo dei gruppi di pensionati che, come mandrie imbufalite e senza controllo, vagano alla disperata ricerca di un autografo, fosse anche della guardarobiera.
La Licia, dobbiamo dirlo, è molto bella, simpatica e soprattutto intelligente, ma l’avremmo detta più espansiva.
Grande professionista, comunque.
A sera, tornati alla Stazione Termini, ci siamo concessi un souvenir de Rome, un bel virus intestinale di un ceppo particolarmente bastardo, derivante molto probabilmente da qualche alimento di una certa età.
Virgy ha passato la notte nel cesso del treno giocando a identificare i pezzi della cena nel water poi, a Torino, le è salita la febbre.
Io che, essendo ciccione, resisto un po’ di più, ho cominciato a vomitare solo alle 13,00 mentre verso le 16,30 mi è salita la febbre.
Nel letto ci siamo guardati negli occhi e, spontanea, ci è sorta una riflessione (oltre a quella di rammentarci quanto facciamo schifo e puzziamo): possibile che abbiamo attraversato le zone del mondo con le più disperate e pietose condizioni igieniche senza prenderci neanche un herpes, mentre ci è bastato andare un (dico un) giorno a Roma per subire un attacco virulento di questa portata?
F & V
La Licia, dobbiamo dirlo, è molto bella, simpatica e soprattutto intelligente, ma l’avremmo detta più espansiva.
Grande professionista, comunque.
A sera, tornati alla Stazione Termini, ci siamo concessi un souvenir de Rome, un bel virus intestinale di un ceppo particolarmente bastardo, derivante molto probabilmente da qualche alimento di una certa età.
Virgy ha passato la notte nel cesso del treno giocando a identificare i pezzi della cena nel water poi, a Torino, le è salita la febbre.
Io che, essendo ciccione, resisto un po’ di più, ho cominciato a vomitare solo alle 13,00 mentre verso le 16,30 mi è salita la febbre.
Nel letto ci siamo guardati negli occhi e, spontanea, ci è sorta una riflessione (oltre a quella di rammentarci quanto facciamo schifo e puzziamo): possibile che abbiamo attraversato le zone del mondo con le più disperate e pietose condizioni igieniche senza prenderci neanche un herpes, mentre ci è bastato andare un (dico un) giorno a Roma per subire un attacco virulento di questa portata?