Cioè, siamo a casa. Depressione.
Non è stato così semplice.
Già da tre settimane, da quando si è presa la decisione di tornare in aereo, la mia ansia fobica ha cominciato a crescere a dismisura, impedendomi di godere delle ultime giornate d'Australia.
Arrivato al momento di acquistare il biglietto ho tergiversato fino all'ultimo, costringendoci alla fine ad acquistare il biglietto più caro della storia dell'aviazione civile, perchè i posti erano quasi tutti esauriti.
Da quel giorno non ho più dormito ed ero simpatico quanto un escremento diarroico in cui avete appena affondato una costosissima scarpa nuova.
A quel punto sono dovuto andare dal medico per farmi prescrivere qualcosa, altrimenti non sarei partito: Valium in pillole da 5 mg.
Il medico ha specificato che, per un effetto deciso, avrei dovuto prenderne una un'ora prima di partire ed una al momento di salire sull'aereo.
Ho scassato le palle a chiunque con questa storia, e per alcuni giorni ho seriamente maturato l'idea di non partire, perdere i soldi del biglietto ed arrangiarmi diversamente. Significava ritardo nel rientro al lavoro e un'altra traversata dell'Asia.
La tratta scelta era Cairns-Tokyo/Tokyo-Milano, con una notte di stop over in giappone.
Con la Quantas la prima tratta (7 ore) e la Japan Airlains la seconda (12 ore). Una tragedia.
La sera prima della partenza, per non fare una strage di amici e familiari in preda alla follia con una accetta, ho dovuto prendere due pillole. Sono sopravvissuti tutti.
Ore 5, si parte per Cairns; fino alle otto mi sento quasi normale, poichè riesco a convincermi che in realtà su quel volo non ci salirò. Poi la realtà si avvicina con i chilometri che passano e comincio a vibrare. Alle nove la prima pillola. Nessun effetto.
Alle 11.30, un'ora prima del volo, altre 2 pillole: nulla.
Nelle prime due ore di volo altre due pillole: sempre peggio!
Per fortuna arriviamo a Tokyo e posso rilassarmi per una notte all'Hotel Nikko Narita, divertendomi un mondo con il water dotato di un solleticante bidet automatico.
La sera riesco anche a mangiare una pizza "napoletana" per la modica cifra di 20 euro.
Il giorno dopo ricomincia l'angoscia; il volo è alle 13.30. Comincio a prendere pillole prima e durante il volo come un tossicodipendente, in tutto 6 nelle prime 3 ore, ma non mi fanno assolutamente nulla: la mia incrollabile certezza che morirò in mezzo ad atroci dolori in seguito alla caduta dell'aereo persiste ed aumenta.
Più o meno le immagini che affollano la mia mente sono quelle che vedete quì sotto. Autolesionismo? Si.
Colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente Virgy che ha sopportato un pazzo isterico per 7 ore fino a Tokyo e per 11 delle 12 ore fino a Milano.
Durante il volo, non facendo alcun effetto le pillole, decido di fare ciò che ogni persona sana di mente dovrebbe evitare di fare: ci bevo sopra 4 whisky.
L'effetto è sempre nullo e il mio terrore fobico aumenta ad ogni minimo sussulto del velivolo (un Boeing 747-400 a due piani a cui neanche un ciclone farebbe paura).
Le ore mi sembrano 20, poi 100. Solo chi di voi è afflitto da questa
invalidante fobia mi può capire: io so che nulla accadrà e che il volo è tranquillissimo eppure, allo stesso tempo, il panico e la certezza di un disastro imminente aumentano sempre di più.
A due ore da Milano, dopo non aver toccato cibo nè a pranzo nè a cena, ho la bocca secca e decido di farmi una lattina di birra, e quì succede il miracolo: praticamente perdo i sensi; sono così stordito che non riesco a tenere la testa
dritta, e al panico si sostituisce una morbida rassegnazione tipo: "ma si, se cade tanto non capisco nulla, faccia ciò che vuole".
Bellissimo !! Peccato che l'aereo stia già tirando fuori le rotelline e si abbassi verso la pista.
Adesso una delle mie priorità, oltre a quella di assumere un regime alimentare leggermente meno corposo di quello di un ippopotamo bulimico, sarà quella di presentarmi dal primo psicologo disponibile per curare questa malattia (tra l'altro assai diffusa): bisogna viaggiare, e non posso ogni volta patire e far patire in questa maniera.
Nè evidentemente posso avere il tempo e i denari per raggiungere ogni parte del mondo sempre con treni, autobus, navi e risciò, anche se sarebbe un viaggio bellissimo.
Comunque, ragazzi, siamo arrivati. Ma dov'è il sole?
F & V